Abbigliamento per il trekking: tutto quello che c’è da sapere

Liguria ’18

Dopo l’elenco generale, in questa pagina ti descriverò, articolo per articolo, come valutare la scelta dell’abbigliamento per il trekking anche in base alla durata del percorso che vorrai affrontare.

T-Shirt per camminare

Che sia in estate o in inverno una maglietta come primo o unico strato superiore la metterai sempre. Nel proprio armadio di abbigliamento da trekking, qualcuno predilige le camicie, io sinceramente no, mi sento più libero nei movimenti con una T-shirt. Si possono trovare degli ottimi prodotti a pochi euro, importanti sono la traspirabilità e la capacità di asciugarsi velocemente, per questo delle magliette tecniche sono l’ideale. Ne esistono di dedicate per il trekking che costano un po’ di più, io uso quelle con cui solitamente corro.

Con una decina di euro si hanno indumenti di buon livello, efficaci per il camminare anche con abbondante sudorazione. Anche per gli hiking in giornata consiglio di portare una maglietta di ricambio, poco salutare (e social) rimanere pezzati una volta arrivati, quando riprendiamo l’auto o il treno tornare a casa. Per quanto riguarda i lunghi cammini tre è il numero perfetto, compresa quella che si ha indosso. Anche se stiamo via più settimane riusciremo quasi sempre a dare una ripulita alle magliette sporche, grazie alle strutture dove alloggeremo dotate di lavabi dedicati e al sapone di Marsiglia portato da casa. Alcune accoglienze sono provviste di lavatrici a gettoni.

T-Shirt per la notte

Le t-shirt tecniche sono ideali per il giorno ma per il sonno ristoratore consiglio una maglietta di cotone, non servono particolari caratteristiche, va benissimo una che solitamente usi nel quotidiano. Il comfort del cotone allevia il contatto con la pelle, sono più comode e meno attillate con conseguente maggior libertà di movimento. Anche a livello psicologico dormire con un capo differente da quello usato per la fatica, favorisce lo stacco mentale e il conseguente riposo.

Sentiero del Viandante

Pile o Felpa

Anche d’estate potrai soffrire il freddo, in particolar modo se ti troverai sopra i sette/ottocento metri. Mentre cammini in una giornata di sole difficilmente ti servirà un indumento che riscaldi, ma una volta fermo durante il relax serale tornerà spesso utile. Pur non amandolo, il pile è un tessuto leggero che mantiene il calore corporeo, non serve anche qui spendere troppi euro se viene usato per il relax serale o per dormire. Il discorso cambia se utilizzerai il capo durante il cammino, qui occorrerà comprarne uno con caratteristiche di traspirabilità onde evitare condensa ed eccessiva sudorazione, dovrai spendere qualcosa in più. In alternativa una più stilosa felpa è sempre apprezzata, con la controindicazione che occupa più spazio nello zaino, ma d’altronde per un outfit di livello dovrai pagare dazio

Pellegrini sulla Francigena

Pantaloncini Corti

Un po’ come Tomas Milian io soffro il freddo quasi esclusivamente nella parte superiore del corpo (a parte i piedi che sono una delle prime parti che si raffreddano). In generale, tralasciando i mesi più freddi, prediligo i pantaloncini corti, comodi e ben areati, forniti di un paio di tasche con zip (più pratica) o con bottoni per chiuderle. Occhio al contesto, se sai che camminerai in una vegetazione fitta e con rovi è consigliabile utilizzare dei pantaloni lunghi, così come se hai una pelle molto sensibile al sole, che esposta ai raggi per molte ore e più giorni potrebbe irritarsi e compromettere il tuo cammino. Nell’ultimo caso l’ideale è alternare lunghi corti, in ogni caso ognuno conosce il proprio corpo e le sue reazioni, l’importante è ascoltarlo sempre.

Pantaloni Lunghi

Come già esposto nei trafiletto precedente, i pantaloni lunghi sono ideali per proteggerci in alcune situazioni dove le nostre gambe possono essere esposte ad agenti esterni. Importanti in inverno per il clima rigido, sono sempre da mettere nello zaino anche nelle altre stagioni, un piccolo peso in più per ogni evenienza. Esistono modelli con pratiche zip per togliere la parte inferiore delle gambe passando da gamba lunga a corta, per un pit stop veloce nelle giornate con escursione termica rilevante sono molto pratici. Come per tutto il tuo abbigliamento per il trekking, anche qui comodità, leggerezza e traspirabilità sono fondamentali, dei pantaloni tecnici discreti possiamo acquistarli per 35/40€, comprensivi di pratiche tasche laterali e dietro. Sono un amante delle tasche, ma evito di riempire troppo quelle sui pantaloni per non limitare il movimento, di solito tengo solo lo smartphone e un pacchetto di fazzoletti.

Mutande

Come per quanto riguarda le magliette e le calze, la quantità ideale per i cammini di più giorni è tre, compresa quella che indossiamo. Esistono pantaloni sia corti che lunghi con la mutanda integrata, concepita per evitare sfregamenti e irritazioni, sinceramente non li ho mai provati. Uso dei boxer in cotone normalissimi, non ho particolari problemi, l’importante e che siano aderenti.

Via del Sale

Calze

Per più giorni di trekking la solita regola delle tre paia, compresa quella indossata. Sulle calze, come sulle scarpe, non dobbiamo risparmiare, tieni conto che terranno al riparo il tuo motore quotidiano, i piedi. Dovranno prevenire vesciche e irritazioni, importante avere rinforzi su tallone e dita. Sconsiglio calze troppo corte, poiché alla lunga entrerà di tutto, sassolini, terra, foglie…5/10 centimetri sopra la caviglia bastano. Con 7/8 euro si possono acquistare dei buoni calzini tecnici adatti al trekking.

Giacca Antipioggia

Fondamentale nel tuo abbigliamento da trekking. Ovviamente noi guardiamo le previsioni prima di partire, ma dopo qualche giorno di cammino, con lo spirito che la prende con maggiore calma e un po’ come viene, magari non baderemo al meteo. Importante è avere nello zaino una giacca waterproof, nel caso venissimo sorpresi dalla pioggia. Qui lesinare troppo sul prezzo ti porterebbe a un prodotto che magari ripara dall’acqua ma ti lava completamente all’interno, non traspirando e facendoti sudare copiosamente. Consiglio quindi di spendere qualche euro in più per un prodotto tecnico e più duraturo.

Vercellese

Cappello o Bandana

Il cappello, con visiera o falde, ti ripara dai raggi solari e produce anche un po’ di ombra su faccia e collo. La bandana ripara esclusivamente la testa dal sole diretto, ma fa molto più battaglia. La tolleranza al sole e il gusto personale, influenzerà la tua scelta, se vorrai ottenere la massima copertura consiglio un cappello da pescatore o alla Indiana Jones, esiste addirittura qualcuno che cammina con l’ombrello. In ogni caso ti servirà sempre un indumento che protegga il capo dal sole, in ogni condizione atmosferica e a ogni latitudine.

Occhiali da Sole

Come la tua testa, anche e forse più, gli occhi vanno riparati. Stare diverse ore sotto i raggi solari senza riparo ti farebbe venire un taglio di occhi alla Clint Eastwood permanente, che per quanto fascino possa donarti, comprometterebbe la vista e il quotidiano. Per gli occhiali anche qui il tuo gusto la farà da padrone, ce ne sono davvero un’infinità a prezzi abbordabili. Consiglio comunque una buona resistenza, dato che non verranno trattati benissimo tra metti e togli nello zaino, e una lente ampia che ha maggior campo protettivo.

Ciabatte

Anche queste importantissime per diversi motivi, innanzitutto igienico. I luoghi dove pernotterai, per quanto possano essere gestiti a dovere e puliti, avranno dei bagni dove transiteranno diverse persone, normale che la promiscuità possa provocare maggiori rischi per la salute. Per questo avere delle ciabatte per fare la doccia elimina il problema di funghi o problemi epidermici al piede. Altra motivazione importante e il riposo. Dopo aver camminato 20/25/30 km avrai la necessità di togliere le scarpe e far riposare il piede, per questo le ciabatte sono comodissime per muoversi una volta arrivati a destinazione. Dei sandali fanno lo stesso lavoro e probabilmente, io non li uso, sono anche più comodi. Ovviamente se il clima serale è freddo, dovrai usare delle calzature chiuse anche alla sera, ma nello zaino non ci sarà spazio per un paio in più, dai una pulita alle tue compagne quotidiane e usa quelle. Di certo non avrai voglia di camminare molto.

Verso il Ghiacciaio dei Ventina

Piumino

Accessorio da prendere in considerazione per i mesi freddi, necessario per ripararti dalle temperature basse e dal vento. Qui la fascia di prezzo è molto ampia, più si ha voglia di investire e migliore sarà la qualità. Se non cammini molto in inverno, non spendere troppo per un prodotto super tecnico, con 50€ puoi recuperare un piumino che fa il suo dovere. Anche qui la traspirabilità è importante, muovendoci suderemo anche col freddo, areare il tuo comfort ti farà proseguire con più tranquillità.

Guanti

Indumento da ricordarsi nei mesi più freddi per tenere al caldo le nostre preziose mani. Poco indicato camminare tenendole in tasca, avremmo meno equilibrio e creerebbero un minimo impedimento nei movimenti. Non serve spendere molto, un paio di guanti tecnici per il running vanno più che bene.

Costume

Non è un accessorio indispensabile ma io lo porto sempre, perché non vorrei trovarmi nella situazione di poter fare un bagno, mare, fiume, lago o piscina, e non averlo. Molti se ne fregano e fanno comunque un tuffo in mutande, perché no, dipende dal tuo pudore e dalla voglia o meno di infilare nello zaino un indumento in più

Scarpe da Trekking

Per le regine dei tuoi trekking scriveremo un articolo a parte. Stay Tuned!

Sul Monte Boletto

Testa e prova varie soluzioni, scopri con l’esperienza quello che fa più al caso tuo, viaggia leggero ma non dimenticare nulla di importante. Vestiti nel modo più consono per Te e goditi il viaggio.

Buon Cammino

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Trekking sulla vetta più alta del triangolo lariano – escursione sul Monte San Primo

Altitudine – 1682mt

Difficoltà – E (escursionista)

Dislivello – 709mt dal Piano Rancio

Gruppo montuoso – Prealpi comasche

Rifugi – Rifugio Martina (1380mt)

Periodo dell’anno (consigliato) da Marzo a Novembre

Tempo di percorrenza: A:1,30h – R:1,15h (dal Piano Rancio)

Una bella e panoramica escursione giornaliera non troppo distante dall’hinterland, con annesso un caratteristico pranzo in rifugio o un pic-nic vista lago e vette. Il Monte San Primo troneggia in un punto decisamente strategico.

Brevi cenni geografici

Coi suoi 1682 mt è la cima più alta del triangolo lariano, porzione di territorio delimitato ai lati dai due rami del lago di Como e alla base da sei piccoli laghi (Segrino, Pusiano, Alserio, Montorfano, Annone e Garlate). Dalle sue dorsali nasce il Torrente Perlo. Il monte fa parte amministrativamente del comune di Bellagio.

Come arrivare

Da Milano – Monza: dirigiti verso nord per imboccare la statale SS36, direzione Lecco, prendere l’uscita Annone Brianza e gira a sx in Via Marco D’Oggiono/SP49. Prosegui in direzione Canzo/Asso. Giunto a Magreglio, prima della Madonna del Ghisallo (protettrice dei ciclisti) gira a sx. Dopo pochi minuti arriverai al Parcheggio.

1 h da Monza – 1,30 h da Milano

Periodo dell’anno

L’escursione al Monte San Primo può essere fatta in ogni periodo dell’anno, tenendo un occhio vigile al meteo. Ogni stagione dona le sue particolarità regalandoti una gamma varia e unica di colori e profumi. Io tuttavia consiglio ai meno esperti di evitare i mesi più freddi (dicembre, gennaio e febbraio). Il terreno potrebbe essere innevato e la ripida salita (dal piano rancio), potrebbe risultare impegnativa per gli hikers non abituati alla montagna invernale.

La fine del Sentiero

Escursione al Monte San Primo– da Piano Rancio

Dal parcheggio del piano Rancio segui le indicazioni per il rifugio Martina, la strada entra in un suggestivo bosco, si comincia a salire testando la tua forma del giorno. In breve assaporerai lo scenario sul lago, un assaggio della meravigliosa ricompensa che ti aspetta in vetta.

In 20/25 minuti si giunge al Rifugio, e se hai intenzione di pranzarvi ti consiglio di prenotare per tempo (da provare!). Dal Martina il sentiero riprende l’ascesa, costeggiando dei bei prati che richiamano il relax, non farti attrarre dalle sirene dell’ozio ma prosegui, ancora uno sguardo pieno al lago prima di addentrarti in una boscaglia tagliata da un sentiero roccioso e un po’ impegnativo. La salita non concede tregua ma non demordere.

La vegetazione si fa meno fitta, l’esposizione si apre per gli ultimi venti minuti di cammino, con qualche stralcio sul panorama. Ultimi strappi pensati per inzuppare completamente la maglietta, aiutati se necessario con le mani (nel caso tu non abbia i bastoni). Rampa finale a raccogliere finalmente il sorriso soddisfatto ed estasiato che si stamperà sul tuo viso. Da sopra c’è l’imbarazzo della scelta, ovunque si guardi è godimento per gli occhi. In vetta una croce e due antenne radio, ma soprattutto tanti punti dove fare delle belle foto.

Per il ritorno ripercorri il sentiero dell’andata, con cautela in 45/50 minuti si ritorna al rifugio per la meritata polenta uncia (hai consumato un sacco di calorie, puoi permettertela).

 

La Vista dalla Vetta

Escursione dalla Colma di Sormano

Percorso più lungo ma con una salita più graduale. Il sentiero è più esposto

Pro – visuale aperta con la fatica mitigata da quello che vediamo, dislivello più morbido.

Contro– nessun riparo dal sole e più chilometri.

Il tempo di percorrenza di questa variante è di circa 2,20h in salita e 2h in discesa. Non ho provato ancora questo tratto, appena riuscirò sarò più esaustivo.

Ultimo tratto arrivando dalla colma di Sormano

Visuale

Pur non essendo una vetta altissima offre agli escursionisti una vista privilegiata. Difatti, verso Nord abbiamo un’ampia visuale sulla Valtellina e le Alpi, a sud la velenosa Brianza, Milano e nelle giornate più limpide si può intravedere la linea sottile delle dorsali appenniniche. Dalla cima ci si rende conto della forma del Lago di Como, coi due rami ai lati e la parte centrale che si sviluppa davanti a Bellagio. Una veduta tra le più belle, fin ora godute, della regione a mio avviso.

Attrezzatura

Come per ogni escursione portati sempre da bere e qualcosa mangiare. La durata è piuttosto breve, cerca di avere comunque un litro di acqua e qualche snack energetico (frutta secca, uva passa, barrette…). Scarpe adatte al trekking con un buon sostegno alla caviglia, calze adeguate, come sempre consiglio di non lesinare sulla qualità dei supporti per i nostri piedi. Un cambio maglietta a discrezione.

Io non uso bacchette abitualmente, in questi frangenti ammetto che sono piuttosto utili, in particolar modo per mantenere un buon equilibrio in discesa.

Zaino comodo, 20 litri più che sufficienti.

Fate il pieno di panorama

La salita al Monte San Primo si presta a molti ma non proprio a tutti, eviterei di portare bambini troppo piccoli o non abituati a camminare. Per gli adulti è un buon banco di prova, sono convinto che la vista invogli anche i più pigri alle escursioni. Il rifugio è raggiungibile da chiunque per godersi comunque un bel panorama oltre che il pranzo che, dopo la fatica e con gli occhi pieni di beltà, ha tutto un altro sapore. Ricordati sempre: un passo alla volta e goditi il viaggio.


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La scelta dello zaino: suggerimenti e consigli

Montefiascone – Via Francigena

Per scegliere lo zaino da trekking dovrai ricordarti che durante un cammino sarà il tuo armadio e la tua cucina, praticamente una casa sulle spalle. Tutto il necessario deve starci, diviso e organizzato di modo che l’accesso a quello che cerchiamo sia rapido, senza dover svuotare il contenuto ogni volta. Ovviamente in base alla stagione le priorità varieranno, improbabile ti servano dei guanti d’estate, ma ci sono due elementi che devono essere sempre di facile accesso:

  • L’acqua
  • Il cibo

L’acqua è vita, questa è una certezza. Fondamentale idratarsi durante un cammino, anche se non avverti la sete, previene tra l’altro numerosi infortuni muscolari e tendinei. Per questo le borracce o le bottigliette debbono farsi trovare facilmente mentre cammini, macchinoso e demotivante se ogni volta dovrai togliere lo zaino e cercare i contenitori per bere. Il mio consiglio è quello di avere uno zaino con due tasche laterali per mettere i contenitori. Dopo un po’ di pratica riuscirai a prenderle da sola/o senza levare lo zaino.

Fondamentale anche nutrirsi quando si svolge un’attività dispendiosa per lunga durata. Per questo anche il cibo dovrà trovarsi in un punto che ti permetterà di recuperarlo facilmente. Ci sono zaini che hanno una o più tasche sulla parte esterna che sono assolutamente comode per riporre quello che ti servirà maggiormente mentre cammini. In alternativa fare un sacchetto di viveri e metterlo nelle parte superiore della tasca principale. Leggi anche l’elenco degli articoli da mettere nello zaino.

Verso il santuario di San Luca – Via degli Dei

Caratteristiche da valutare prima di acquistare zaino

  • Capienza
  • Traspirabilità
  • Leggerezza
  • Praticità
  • Solidità
  • Adattabilità

Capienza

Lunghi cammini

Uno zaino da 40/50 litri va più che bene. Se si dorme in tenda bisogna essere più che bravi a farci stare tutto, diventerai granmaster dei camminatori se riuscirai a non legare niente fuori dallo zaino (compresa la tenda). L’impresa è ardua ma tentaci! Legare tende, materassini o qualsiasi altro oggetto fuori dallo zaino a volte è inevitabile, ma presta attenzione a non creare troppa sporgenza. Nei sentieri con molta vegetazione è facile rimanere impigliati, col concreto rischio di strappare e rompere qualcosa, o addirittura di farsi male.

Hiking in giornata

Uno zaino di 20-30 litri è sufficiente. Ovviamente per una camminata in giornata non ti servirà molto: acqua, cibo e una maglietta di ricambio in estate, qualche indumento più pesante in inverno. #vestirsiacipolla

Traspirabilità

L’appoggio sulla schiena, in particolar modo d’estate, ti farà sudare parecchio. Gli zaini di nuova generazione sono provvisti di una rete elastica che crea un leggero passaggio d’aria tra te e lo schienale, permettendo una buona traspirabilità e minor fastidio per l’inzupparsi della maglietta. Eviterei quelli con le strutture il alluminio che, pur essendo leggere, comportano comunque maggior peso da portare.

Tra Lierna e Varenna – Sentiero del Viandante

Leggerezza

Ricordati sempre “è la somma che fa il totale” – (Totò). Quando prepari lo zaino devi pensare che ogni articolo che metti, per quanto possa essere leggero, si unirà a tutto il resto gravando sulla nostra schiena. Per questo uno zaino già leggero di suo è un’ottima base di partenza. Esistono zaini superleggeri ma, ahimè, hanno dei costi piuttosto elevati. Come in tutto il compromesso è tra confort e disponibilità personale.

Praticità

Ogni oggetto dev’essere accessibile e organizzato per avere meno nervosismi inutili e goderci il cammino. Avere delle tasche facilità il progetto mentale di distribuzione, per questo averne qualcuna in più è secondo me importante. Tasca superiore, laterali (per le borracce), frontali, trovo molto comode anche quelle sulla cinghia da legare in vita (io ci metto fazzoletti di carta e salviette). Insomma, senza perdere compattezza, le tasche ti aiutano a predisporre meglio il carico.

Solidità

Sarebbe un grandissimo problema se dopo qualche giorno di cammino ci trovassimo con uno spallaccio scucito o con qualche tasca dove la zip non funziona più. Si possono trovare ottimi zaini con 50/60 euro, ma non andare troppo al risparmio tralasciando la buona fattura del tuo compagno di viaggio.

Adattabilità

Ognuno di noi è fatto fisicamente a proprio modo, lo zaino deve essere provvisto di tutte le cinghie necessarie per regolare la posizione. Trasportare un sacco di patate appoggiato sul culo è garanzia di mal di schiena, camminare è fatica ma non deve diventare una tortura. Perciò:

  1. Lo zaino deve essere alto e ben tirato sulle spalle, la sensazione è quella di avere un bambino sulla schiena
  2. Cinghia tirata sulla pancia in modo da distribuire il peso anche sulla vita, evitando sovraccarico spalle/schiena
  3. Cinghia sul petto allacciata per migliorare la postura e scaricare un po’ di peso anche sulla parte anteriore

Per quanto riguarda la distribuzione dei prodotti bisogna partire dal più pesante (sul fondo dello zaino) a salire. Sperimenta e trova il tuo assetto comodo.

Colle Gran San Bernardo – Via Francigena

Un ultima parola sulla copertura – Copri zaino waterproof

Fondamentale. Gli zaini moderni l’hanno quasi tutti integrato, altrimenti sono in commercio dei copri zaini a buon prezzo, validi per ogni capacità necessaria, dai 20 ai 90 litri. Pensa a un acquazzone che ti colpisce improvvisamente, tutto il contenuto dello zaino sarà fradicio, in particolare gli abiti, il cammino sarebbe compromesso se non trovassi presto un asciugatrice o se il clima non ti permette di stenderli. Impermeabilizzando lo zaino, e te stessa/o ovviamente, potrai camminare anche sotto la pioggia, con le dovute precauzioni si intende.

Buon Cammino


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Cosa mettere nello zaino – Elenco completo

Preparazione al Cammino dei Briganti in tenda

Importante avere una lista di tutto quello da portare in cammino, per praticità e per non correre il rischio di dimenticare qualcosa che ci potrebbe tornare utile.

Le variabili sono molte:

  • Dormire in strutture (B&B, accoglienze, alberghi…) o tenda
  • Periodo dell’anno
  • Contesto geografico e climatico (ok partire in agosto ma a 2000mt la notte fa freddo)

Di seguito un elenco dei prodotti che, con la mia esperienza, reputo importanti mettere nelle zaino, periodicamente linkerò ogni articolo esaminandolo/motivandolo singolarmente.

Il mantra è comunque: meno si porta meno pesa lo zaino:), come diceva Totò: “è la somma che fa il totale”. Pensateci quando direte “ma sì, questo pesa pochissimo”

Pernottamento in Strutture

  1. Zaino
  2. Scarpe da trekking
  3. Borracce
  4. Viveri
  5. 2/3 magliette per camminare
  6. 1/2 pantaloncini per camminare/sera
  7. 2/3 paia di mutande
  8. 2/3 paia di calze
  9. Ciabatte
  10.  Cappellino o Bandana
  11.  Occhiali da sole
  12.  Crema solare
  13.  Asciugamano in microfibra
  14.  1 paio di pantaloni lunghi leggeri
  15.  Felpa o Pile
  16.  Kit pronto soccorso
  17.  Smartphone
  18.  Power bank
  19.  Sacco lenzuolo
  20.  Kit igiene personale
  21.  Copri zaino waterproof
  22.  Giacca antipioggia
  23.  Caricatori (cellulare e power bank)
  24.  Credenziale (per i cammini che la prevedono)
  25.  Guida e/o mappa
  26.  Una maglietta per la notte
  27.  Sapone di Marsiglia
  28.  Delle corde
  29.  Torcia frontale
  30.  Coltellino svizzero
  31.  Costume
  32.  Ago e filo
Cammino di Oropa 22

Da aggiungere se si dorme in tenda

  •  Tenda
  •  Sacco a pelo (in questo caso diventa superfluo il sacco lenzuolo)
  •  Fornello
  •  Pentola
  •  Accendino

Cammino autunnale/invernale

Cambia il clima diverso il vestiario, il numero di magliette corte si può ridurre in virtù di maglie tecniche a maniche lunghe, i pantaloncini diventano soggettivi (io li preferisco anche quando non fa caldo). Sotto gli elementi da integrare o sostituire con quelli estivi.

  •  Piumino
  •  Maglia termica
  •  Cappellino di lana
  •  Guanti
  •  Scalda collo
  •  Pantaloni invernali

Sul pesare o meno lo zaino ognuno ha la sua opinione. Io non lo faccio perché dare un entità numerica al bagaglio sulle spalle mi farebbe sentire ogni kilo con uno zero in più (la mente, quale potente strumento…).

Inutile dire che si tratta di valutazioni personali, una lista che può essere d’aiuto ma senza pretesa di verità assoluta, ognuno con l’esperienza scoprirà quali sono gli articoli fondamentali per il proprio cammino.


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Il primo passo – Com’è nata la voglia di camminare

Tra il passo della Cisa e Pontremoli

Ripensare a come è nata la voglia di camminare stampa sul mio viso un sorriso compiaciuto. Dal primo passo alle centinaia di chilometri percorsi, i colori, i panorami e i visi incrociati sono davvero molti. Cominciò tutto quasi per caso, un pomeriggio noioso di inizio estate. Le vacanze erano vicine, il profumo di “libertà” nell’aria, sentivo forte il bisogno di sfruttare il tanto agognato tempo libero. Non ho mai sentito nelle mie corde il passare 15/20 giorni nella medesima località di villeggiatura, stessa spiaggia stesso mare è terminato con la prima adolescenza.

La voglia di girare, di cambiare posto, di vedere paesaggi e paesi diversi sono probabilmente figli di una curiosità vorace e di una voglia di conoscere innata, alimentata dal passare degli anni. In quel momento dovevo congelare, almeno per un periodo, gli usi e costumi da “grigio pendolare” e dare ossigeno al cervello anestetizzato dalla routine. Sta di fatto che una serie di informazioni latenti nella mia testa mi fecero digitare sull’onnisciente Google: turismo lento.

Scoprire l’universo dei Cammini

I risultati della ricerca esibirono articoli interessanti, promuovendo un tipo di vacanza diversa e la crescita importante che questo modo di viaggiare stava avendo negli ultimi anni. Andare da A a B con la sola forza del proprio corpo e senza combustione, utilizzare il tempo per muoversi e non solamente per oziare. I cammini sono tra i viaggi più comuni per gli amanti del genere, su tutti il Cammino di Santiago, nelle sue numerose varianti è senza dubbio il più famoso. Da buon bastian contrario non volevo fare il più comune. Scoprii che avevamo uno splendido e meno conosciuto cammino in Italia, la Via Francigena.

La Francigena in Toscana

Il mio navigare proseguì con la lettura di alcuni articoli a riguardo, testimonianze e suggerimenti, l’idea mi incuriosiva sempre di più, pensavo spesso in quei giorni se provare o meno, anche se col senno di poi la decisione in fondo era già stata presa. La parte italiana del percorso (la via comincia da Canterbury in Inghilterra) parte dal passo del Gran San Bernardo e arriva a Roma. Il tempo per percorrerla tutta non l’avevo, dato che si parlava di 1000km divisi in 45 tappe (canoniche), elemento che sommato all’ignoto prospetto del viaggio e al timore di tornare più stanco della partenza mi fecero optare per una settimana, un tratto. Anche qui l’istinto fu padrone, l’occhio brillò su Fidenza (relativamente vicina) dove decisi di partire per giungere in sette giorni a Massa, una parte tra le più apprezzate in base alle esperienze altrui.

Stazione di Fidenza

Preparazione del materiale da portare, leggevo e m’informavo, rispolverai lo zaino dell’interrail di venti anni prima, chiamate alle strutture dove avevo intenzione di pernottare e scarico dell’ottima app gratuita. La voglia di avventura era forte, minata però da numerose paure e ansie, blocchi che verranno spazzati via dopo un paio di giorni di cammino.

Quando si prende il ritmo non ci si ferma più

Ancora non sapevo che la Via Francigena mi avrebbe cambiato il modo di affrontare la vita, non sapevo che mi sarebbe piaciuta talmente tanto l’esperienza che nel successivo anno sarei riuscito a percorrerla tutta in vari periodi (dovevo e devo far coesistere la voglia di camminare col lavoro), guadagnando una nuova fiducia in me stesso e soprattutto nel prossimo.

Questo viaggio mi regalò la consapevolezza che camminare risolve molte ansie inutili, alleggerisce lo spirito e droga naturalmente l’umore. Stare a contatto diretto con la natura, avere il cielo sopra la testa per buona parte della giornata sono condizioni ideali per l’essere umano, quantomeno sono le mie. Avevo piacevolmente scoperto che non c’è bisogno sempre di qualcuno per fare quello che vorrei, basta farlo, perché ognuno è l’artefice del proprio operato, per quanto minato e congestionato, per quanto difficile e pieno di ostacoli, la volontà di cambiare o di fare deve nascere da dentro, sempre. Quindi un passo alla volta, l’importante è partire, il resto verrà da sé.


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